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Parlando di moduli fotovoltaici ci imbattiamo inevitabilmente ad un certo punto nel discorso spinoso delle certificazioni di prodotto, spesso usato da produttori e rivenditori di moduli come elemento distintivo dei propri prodotti rispetto a quelli dei concorrenti. Rispettare le nuove normative in campo fotovoltaico risulta spesso oneroso per i produttori ma costituisce tutt’ora una garanzia per il cliente finale di affidabilità e qualità che un prodotto non certificato sulla carta apparentemente non dà.

Tuttavia dobbiamo affermare che spesso la questione certificativa viene abusata dai laboratori esterni più come strumento di guadagno che come reale beneficio per il produttore al fine di renderlo competitivo sul mercato. È questo ad esempio il caso del modulo ibrido.

Il modulo ibrido nasce dall’unione di un modulo fotovoltaico con un modulo solare termico al fine di creare un prodotto unico nel suo genere che sfrutta appieno i benefici della luce solare sia dal punto di vista della produzione di elettricità che dal punto di vista del recupero e trasferimento del calore prodotto.

Certificare un modulo simile comporta in Italia, e in Europa in più larga misura, passare attraverso due step paralleli. Certificare da un lato il prodotto fotovoltaico secondo i recenti standard IEC 61215/61730 da poco rinnovati e, dall’altro, certificare il prodotto termico secondo gli standard riservati ai classici collettori solari.

Ed è qui che nasce il problema.

Gli standard CEN (Comitato Europeo di Normazione) per i prodotti solari termici sono stati individuati nel 2001. Tali standard definiscono i requisiti di qualità e le procedure di test di prova per:
• Collettori solari: norma EN 12975 – 1/2
• Sistemi “Factory Made” (kit solari): norma EN 12976 – 1/2
• Sistemi “Custom Built” (progettati e installati su misura): norma EN 12977 – 1/2/3

Sulla base di quanto stabilito dal Dlgs 28/2011 l’accesso agli incentivi statali per il solare termico è consentito, a decorrere dal 29 marzo 2012, a condizione che i collettori solari presentino un’attestazione di conformità alle norme UNI EN 12975 o UNI EN 12976 o in alternativa alle norme EN 12975 e EN 12976.1

Oltre allo standard europeo CEN, tuttavia, esiste una serie di certificati nazionali e di marchi volontari, complementari e non sostitutivi delle certificazioni obbligatorie (come lo è la marcatura CE), in grado di assicurare un ulteriore valore aggiunto al prodotto solare termico. Gli standard europei sui prodotti del solare termico hanno costituito la base per la nascita del marchio volontario “Solar Keymark”. Il Solar Keymark, voluto dall’ESTIF (Federazione Europea Industria Solare Termico), identifica quei prodotti solari che, oltre a possedere una certificazione in base alle norme CEN, soddisfano standard qualitativi ancora più stringenti.2 Dobbiamo però dire che questa rimane una certificazione del tutto volontaria e non obbligatoria. Infatti di obbligatorio vi è solo la dichiarazione CE del produttore che afferma e garantisce la qualità del prodotto finale.

Sulla base di quanto stabilito dal Dlgs 28/2011 a decorrere dal 29 marzo 2013, l’accesso agli incentivi statali per il solare termico è consentito a condizione che i pannelli siano dotati di certificazione Solar Keymark. (Certificazione dei prodotti solari).

 

La classica domanda del cliente finale a questo punto è: se acquisto un modulo ibrido non certificato Solar Keymark, perdo gli incentivi statali?

La risposta è no.

Il modulo ibrido Enova Hybrid è un’unione di due prodotti come dicevamo: fotovoltaico e solare termico. Tuttavia la parte termica di questo speciale modulo ha il solo scopo di aumentare il rendimento elettrico della parte fotovoltaica tramite la riduzione di temperatura delle celle in silicio. Infatti l’asportazione del calore tramite il circuito a fluido termovettore permette alle celle di lavorare a temperature inferiori con un aumento della produzione elettrica (il silicio soffre le alte temperature infatti). Inoltre, il modulo ibrido Enova Hybrid in abbinamento ad un pompa di calore non ha come primo scopo la produzione di ACS (Acqua Calda Sanitaria) ma quella di fornire una fonte di calore alla pompa stessa il che le permette di lavorare in condizioni di lavoro non troppo sfavorevoli e di avere un rendimento prossimo a quello ottimale. La pompa di calore in funzionalità di riscaldamento domestico infatti assorbe energia elettrica dalla parte fotovoltaica del modulo ibrido (o dalla rete in assenza di essa) per trasferire calore da un ambiente freddo ad uno più caldo. Ma se essa riceve già un apporto di tale calore dal modulo ibrido, consumerà meno energia elettrica e riuscirà a lavorare in condizioni migliori senza sottoporre a sforzo il corpo macchina. Gli stessi ragionamenti si possono applicare anche nel caso di applicazioni di raffrescamento estivi degli ambienti semplicemente impiegando una pompa di calore ad assorbimento, che possa quindi operare d’inverno per il riscaldamento e d’estate per il raffrescamento domestico. (Moduli solari ibridi (PVT) per cogenerazione solare: aumentare l’efficienza energetica combinando termico e fotovoltaico, 2012)

In questo senso il modulo ibrido Enova Hybrid non è includibile tra i prodotti del solare termico classico ma può essere definito in senso più ampio come una “sonda termica” di ausilio alla pompa di calore. Senza tutte le certificazioni del caso necessarie ad accedere agli incentivi.

La risposta al quesito fondamentale quindi è: no, non è necessario certificare il nostro modulo ibrido tramite marchio Solar Keymark o altre certificazioni volontarie. È sufficiente la certificazione di prodotto per la parte fotovoltaica e la dichiarazione CE del produttore del modulo ibrido che permettono di accedere agli incentivi. Il certificato Solar Keymark è nato con lo scopo di certificare collettori solari classici che raggiungono pressioni e temperature elevate, situazione che in un modulo ibrido non capitano e che quindi ha poco senso coprire con una certificazione Solar Keymark.

E per quanto riguarda gli incentivi, in conclusione, gli impianti PVT (ibridi) possono godere dell’incentivo al pari degli impianti fotovoltaici tradizionali, di conseguenza possono accedere al SuperBonus 110 % se l’intervento è trainato come da decreto, o in alternativa alla detrazione evergreen del 50 %.

 

 


Riferimenti normativi possono essere trovati ai seguenti link:
https://www.governo.it/superbonus

https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/documents/20143/233439/Guida_Ristrutturazioni_edilizie08092019.pdf


Riferimenti bibliografici

Moduli solari ibridi (PVT) per cogenerazione solare: aumentare l’efficienza energetica combinando termico e fotovoltaico. (2012). Tratto da Energy Hunters: https://www.energyhunters.it/moduli-solari-ibridi-pvt-per-cogenerazione-solare-aumentare-lefficienza-energetica-combinando-termico-e-fotovoltaico/

Certificazione dei prodotti solari. (s.d.). Tratto da www.nextville.it: https://www.nextville.it/Archivio_La_qualitA_degli_impianti_e_dei_prodotti/91/Archivio_Certificazione_dei_prodotti_solari


1  La sigla EN indica che si tratta di una norma “madre” di riferimento per tutti i paesi dell’UE e dell’EFTA, dalla quale i diversi paesi hanno poi tradotto le varie norme nazionali. In pratica, in tutta Europa questi standard sono stati adottati come standard nazionali. In Italia l’UNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione) è l’organismo incaricato di tradurre e recepire la norma europea.

2  Per diritto di cronaca riportiamo che anche in Italia, grazie ad un’iniziativa di Assolterm (Associazione Italiana Solare Termico), è stato istituito un marchio volontario: il “Solar Pass”. L’assegnazione del marchio è decisa da un’apposita Commissione Solar Pass.

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